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13 Marzo 2023Come ti avevo promesso nello scorso articolo che avevo condiviso con te, è arrivato il momento di affrontare nel dettaglio e sfatare tutta una serie di falsi miti, consigli per cure e terapie fai da te approssimative e prive di fondamento scientifico, troppo spesso diffuse su internet quando si parla di mal di schiena.
Prima di partire da dove ci eravamo lasciati ovvero la relazione tra mal di schiena, diaframma e respirazione, mi presento nel caso in cui ancora non mi conoscessi.
Mi chiamo Christian Tonanzi e sono un Osteopata e Fisioterapista specializzato in problematiche della colonna vertebrale ed in particolare il Mal di Schiena.
Dopo aver sofferto per anni di un fastidioso mal di schiena ed essermi rivolto a numerosi professionisti senza ottenere alcun risultato, all’età di 25 anni ho deciso di lasciare il mio lavoro da impiegato e iniziare a studiare per risolvere da solo il mio problema.
Ho conseguito la Laurea in Fisioterapia nel 2008 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e la Laurea in Osteopatia nel 2013 presso la prestigiosa European School of Osteopathy di Maidstone nel Regno Unito dopo aver frequentato un percorso universitario della durata di 4 anni.
Successivamente, dopo esser riuscito a risolvere il mio problema di mal di schiena, ho ulteriormente approfondito le mie competenze frequentando numerosi corsi di specializzazione in tutto il mondo.
Oggi grazie alle competenze acquisite sono in grado di individuare le vere cause del mal di schiena ed offrire a tutti i miei pazienti trattamenti specifici per liberarsene una volta per tutte.
ecializzazione in tutto il mondo ed essere così in grado di individuare la vera causa del mal di schiena e offrire a tutti i miei pazienti trattamenti specifici per liberarsene una volta per tutte.
Iniziamo ora a prendere in esame il ruolo della respirazione diaframmatica.
False credenze sulla Respirazione Diaframmatica
Falsa credenza n°1: “una corretta respirazione dovrebbe coinvolgere unicamente il torace, senza far gonfiare la pancia”.
Forse ti sembrerà assurdo, persino impossibile, ma ti assicuro che sotto tutta l’infinita serie di tanti fai da te e consigli che puoi trovare su internet per liberarti dal mal di schiena, spesso si trova l’idea che una corretta respirazione debba unicamente coinvolgere il movimento del torace, senza far gonfiare la pancia, dunque senza l’intervento del muscolo diaframma.
In breve il sillogismo è questo:
- per liberarti dal mal di schiena occorre respirare bene,
- per respirare bene occorre coinvolgere e gonfiare soltanto il torace e non la pancia,
- quindi liberarti dal mal di schiena occorre coinvolgere e gonfiare soltanto il torace e non la pancia.
Tempo fa mi trovavo su una delle tante pagine web in cui si promettono terapie, trattamenti e consigli efficaci (a prezzi “modici”) per liberarsi dal mal di schiena.
Non citerò ovviamente l’articolo o l’autore per rispetto, ma ti basti sapere che, per sostenere la teoria del movimento unico della gabbia toracica durante la respirazione – a scapito di quello della pancia e dunque del diaframma – questo “medico” tirava in ballo addirittura un testo di anatomia.
Se proprio vogliamo tirare in ballo un testo di anatomia, andiamo a fare un confronto sui grandi classici e prendiamo ad esempio il Gray’s Anatomy considerato la Bibbia dell’anatomia per noi medici e accademici.
Ebbene, sfogliando la sezione relativa alla gabbia toracica e ai muscoli della respirazione, troverai che il Gray’s Anatomy ti suggerisce che il diaframma è il muscolo primario della respirazione che divide la cavità toracica da quella addominale. Di più, è anche evidenziato come la sua collocazione, al centro della cupola diaframmatica, e la sua inserzione sulle ultime 6 coste e sulla colonna vertebrale, garantiscano che, alla contrazione, il diaframma si allarghi e scenda in basso verso la cavità addominale.
Lo so, troppi tecnicismi. Ma aspetta, proverò a rendermi più chiaro così da farti capire il ruolo fondamentale del nostro diaframma per la respirazione, la postura e il benessere posturale – al contrario di quanto spesso si legge.
Immagina la cavità addominale come un cilindro, in cui la parte superiore è costituita dal diaframma, le pareti sono i muscoli addominali e la base è il pavimento pelvico.
Quando il diaframma si contrae preme verso il basso e aumenta la pressione all’interno della cavità addominale. Questo aumento di pressione fa allargare le pareti del cilindro – ossia i muscoli della parete addominale che di conseguenza di contraggono stabilizzando la colonna vertebrale.
Guarda il disegno qui sotto! Tutto più chiaro, no? Ora capisci quanto sia fondamentale il movimento diaframmatico per respirare?
Cosa succede quando utilizzi la Respirazione Diaframmatica?
Abbiamo stabilito che la respirazione diaframmatica è importante.
Per comprendere meglio questo concetto, farò un’altra analogia di tipo figurativo. Immagina di comprimere dall’alto verso il basso un pallone: in che modo cambierà forma?
Diventando più basso e allo stesso tempo più largo. Ecco, questo è esattamente quello che accade alla tua pancia quando respiri utilizzando il diaframma.
L’immagine che inserito di seguito è tratta proprio dal Gray’s Anatomy – la puoi trovare anche in molti altri e importanti testi di anatomia di cui ti parlerò a breve.
Ti potrà essere utile a visualizzare meglio la dinamica della respirazione diaframmatica su cui qui di seguito ci concentreremo.
Guarda tu stesso: mentre il diaframma scende, la gabbia toracica si allarga – ma solo nella sua parte inferiore. La pancia, di conseguenza, viene coinvolta all’interno di questo processo di espansione, spinta all’infuori da questo movimento complesso e armonico.
Cosa possiamo intuire da questo breve accenno di teoria anatomica? Semplice:
Se quando respiri la tua pancia rimane ferma, vuol dire che questo processo di aumento della pressione intra-addominale e messa in tensione della parete addominale, volto a fornire stabilità alla tua schiena, non sta funzionando.
Stai, probabilmente, respirando in modo scorretto: forse stai respirando unicamente con la parete del torace, e sottoponi le tue vertebre e i tuoi dischi intervertebrali a carichi eccessivi, che a lungo andare possono causare l’insorgenza di ernie, protrusioni e dolore.
A questo punto credo ti sia più chiaro che la teoria secondo cui per respirare bene e avere equilibrio e benessere posturale sia necessario muovere soltanto l’area toracica sia TOTALMENTE SCORRETTA, se non addirittura NOCIVA o PERICOLOSA. Diffida di chi utilizza fonti approssimative o non certificate, e di chi promette cure istantanee e miracolose, sempre.
Per fornirti ulteriori chiarificazioni, e permetterti di visualizzare ancora meglio la dinamica, ti inserisco anche un paio di immagini che utilizzo spesso quando spiego la respirazione diaframmatica e il concetto di Core Stability durante le mie lezioni al Master di Osteopatia e Posturologia dell’Università di Tor Vergata oppure nella Scuola di Osteopatia Educam dove insegno.
(se non hai mai sentito parlare di Core Stability ti consiglio di leggere anche questo mio articolo che ti permetterà di capire quale sia la “vera” causa del tuo mal di schiena).
Questa immagine può aiutarti a capire che quando il muscolo diaframma si abbassa durante la respirazione, per via di un aumento della pressione intra-addominale (area blu) la pancia tenderà ad espandersi esternamente. Se questa non si muove o si muove addirittura in direzione opposta, verso l’interno, allora respirando in modo scorretto.
Respirazione Diaframmatica: il parere degli esperti
Tutto ciò che ho raccontato fino a questo momento ritengo sia già più che sufficiente per comprendere quanto sia sbagliata l’affermazione della persona (e collega) nel momento in cui afferma che “una corretta respirazione dovrebbe coinvolgere unicamente il torace, senza far gonfiare la pancia”.
Vorrei in ogni caso concludere questo contributo affidandomi anche alle parole di alcuni grandi esperti in materia, per ricordarti (e ricordarmi!) che è fondamentale fare affidamento soltanto all’opinione attendibile e certificata di professionisti.
Questo vale per chi, come te, è in cerca di risposte per un malessere e naviga in rete, ma anche per chi, come me e tutti i miei colleghi, ha bisogno di aggiornarsi e continuare a studiare ed apprendere.
Prof. Pavel Kolar
Il Prof. Pavel Kolar è il direttore del Dipartimento di Riabilitazione della Charles University in Praga, nonché responsabile del team medico della squadra olimpica della Repubblica Ceca e di diverse società di calcio e di Hockey.
Ha creato il Dynamic Neuromuscular Stabilization (DNS), uno dei metodi di valutazione e trattamento per problematiche muscoloscheletriche più insegnati al mondo.
In uno dei suoi tanti articoli, il Prof. Kolar sottolinea come un’alterata funzionalità postulare del diaframma sia alla base dell’insorgere del mal di schiena.
Questo ci riporta al contributo precedente, in cui ti avevo accennato la stretta interdipendenza tra diaframma, respirazione e mal di schiena!
Kolar sottolinea come, a causa della mancanza di aumento della pressione all’interno della cavità addominale, e conseguente attivazione dei muscoli che stabilizzano la colonna vertebrale, i carichi sulla schiena aumentino fino a causare l’insorgere di ernie, protrusioni e contratture muscolari.
Prof. Craig Liebenson
Della stessa idea è il Prof. Craig Liebenson, docente di livello internazionale e autore di numerosissimi articoli pubblicati sulle più prestigiose riviste di medicina.
Nel suo libro “Rehabilitation of the Spine” il Prof. Liebenson ribadisce il concetto di ripristinare il corretto funzionamento della funzione respiratoria al fine di garantire stabilità alla colonna vertebrale e diminuire i carichi sui dischi intervertebrali.
Prof. Karel Lewit e Vlamidir Janda
E ancora i Professori Karel Lewit e Vladimir Janda, considerati i padri della Terapia Manuale, i cui nomi compaiono in centinaia di libri e articoli scritti in tutto il mondo. Entrambi ribadiscono l’importanza della corretta respirazione diaframmatica come priorità in qualsiasi tipo di intervento terapeutico finalizzato a trattare problematiche muscolo-scheletriche.
Secondo Lewit e Janda il corretto modo di respirare prevede la contrazione del muscolo diaframma che scendendo verso il basso aumenta la pressione intra-addominale con conseguente espansione della pancia e messa in tensione della parete addominale.
Prof. Gray Cook
Infine il Prof. Gray Cook, ideatore del metodo Functional Movement Screen (FMS), sostiene come un pattern respiratorio scorretto sia alla base di squilibri muscolari, problematiche di controllo motorio e alterazione degli schemi motori. Anche Cook, come i suoi colleghi, ribadisce l’importanza di generare un aumento della pressione all’interno della cavità addominale e mettere in tensione i muscoli della parete addominale che si manifesta con una espansione della pancia.
Questi sono solo alcuni autori, ma credimi, ce ne sono molti altri!
Non mi dilungherò a nominarli tutti, perché non è mia intenzione fare una review dei contributi scientifici sull’argomento.
Tuttavia mi sembrava importante evidenziare alcune prospettive autorevoli per due motivi: i) per dare forza alla prospettiva sostenuta nel mio contributo, fondandola su evidenze scientifiche riconosciute; ii) per ricordarti che è fondamentale, nel mare di falsa informazione del web, fare sempre attenzione alle fonti a cui fanno riferimento i contenuti con cui ti interfacci.
Ad ogni modo, gli autori citati a sostegno della mia proposta concordano tutti su una cosa: durante la RESPIRAZIONE CORRETTA la PANCIA DEVE GONFIARSI. Al contrario, se a muoversi è solo il petto allora la respirazione è disfunzionale.
Per concludere, voglio darti un piccolo banco di prova per prendere in esame la validità di questa nostra prospettiva…
La Respirazione nei neonati
È molto interessante, a scopo didattico, andare ad osservare la respirazione di un bambino durante i primi anni di vita; osserva il suo respiro, vedrai che respira gonfiando proprio la pancia, in modo molto vistoso.
Perché ti ho consigliato di osservare proprio la respirazione dei neonati?
Perché tutto ciò che loro fanno durante i primi anni di vita, è privo di condizionamento, ovvero è “geneticamente” programmato.
Il modo in cui respirano, gattonano, stanno seduti o in piedi, è uguale per tutti, a prescindere da quale parte del mondo siano nati e si sviluppa progressivamente attraverso le esperienze quotidiane.
Hanno tutto scritto nel proprio DNA e non hanno bisogno che nessuno glielo spieghi.
Tutto quello che fa un bambino è NATURALE perché non “contaminato” da falsi miti e mezze verità.
I bambini non apprendono questi movimenti: sono naturalmente spinti a mettere in atto queste dinamiche respiratorie che ne garantiscono il migliore sviluppo muscolo-scheletrico, posturale e di movimento.
Nello sviluppo ontogenetico non è prevista, contrariamente a quanto detto spesso su internet, alcuna dinamica respiratoria che escluda i movimenti del diaframma. Tutto ciò che fa un bambino, insomma, non è appreso da tutorial o video-corsi acquistati su internet!
La verità sulla Respirazione Diaframmatica
Quindi per ricapitolare:
- Per respirare nel modo corretto è importante utilizzare il muscolo diaframma, la cui contrazione coincide con una discesa verso il basso che aumenta la pressione intra-addominale.
- La pressione intra-addominale fa espandere la pancia, mettendo in tensione i muscoli della parete addominale.
- Per via di questa tensione, i muscoli della parete addominale insieme ai muscoli profondi della colonna vertebrale forniscono stabilità alla tua schiena. La tensione muscolare riduce il carico e la pressione sulle vertebre e sui dischi intervertebrali, prevenendo il mal di schiena e garantendo la postura corretta.
- Se quando prendi aria la pancia non si gonfia e a muoversi è solo il torace, allora la tua respirazione è disfunzionale, e non assicura alcuna forma di stabilità alla tua schiena.
Passiamo a questo punto alla…
Falsa credenza n°2: “Una corretta respirazione è quella che va ad attivare volontariamente TUTTI i muscoli della respirazione”.
L’idea che durante la respirazione debbano attivarsi tutti i muscoli coinvolti è certamente il prodotto di una scarsa conoscenza anatomica, unita a una tendenza eccessivamente semplificatoria, volta a creare la miracolosa ricetta fai-da-te.
Questa teoria è assolutamente falsa, e ora ti spiegherò perché.
Analizzando le strutture coinvolte nella respirazione, gli anatomisti si sono accorti che non tutti i muscoli partecipano allo stesso modo a questo processo, ma anzi che vi sia una distribuzione dei ruoli e delle funzioni molto specifica.
Differenze tra muscoli primari e muscoli accessori
In particolare, sono stati individuate e classificate 2 grandi categorie di muscoli coinvolti nel processo respiratorio: i muscoli primari e i muscoli accessori della respirazione.
I muscoli accessori facilitano e migliorano la respirazione in alcune circostanze specifiche supportando i muscoli primari.
Questi ultimi invece sono attivi 24 ore su 24 per permetterti di respirare sempre e secondo ritmi e dinamiche ben diverse.
In situazioni particolari come per esempio quando stai facendo jogging, il tuo corpo necessità di più ossigeno; la respirazione è quindi più intensa e la gabbia toracica necessita di espandersi maggiorente per incamerare più ossigeno rispetto alle normali condizioni. Ebbene, in circostanze come questa entrano in funzione i muscoli secondari della respirazione.
Questo significa, logicamente, che NON tutti i muscoli che possono attivarsi durante la respirazione, di fatto lo facciano in ogni circostanza: dipende tutto, come avrai capito, dal tipo di attività in cui siamo coinvolti.
Quando è richiesta una maggiore quantità di ossigeno, i muscoli secondari della respirazione intervengono: durante attività sportive certamente, ma anche durante un attacco d’asma o una bronchite, in quanto c’è bisogno di un surplus nella capacità di immagazzinare ossigeno!
L’utilizzo del muscolo diaframma per una respirazione corretta
Come ti ho già spiegato in precedenza, la corretta respirazione avviene attraverso l’utilizzo del muscolo Diaframma (il muscolo primario, per eccellenza, della respirazione).
Il diaframma quando si contrae scende verso il basso e causa un’espansione della pancia. In questo caso, ossia nella normale respirazione che mettiamo in atto quotidianamente, il movimento del petto è quasi nullo, in quanto i muscoli accessori della respirazione vengono coinvolti al minimo.
Al contrario, nei casi di pattern respiratorio alterato, ad esempio causato da forti situazioni di stress, da posture sbagliate, attacchi d’asma o più semplicemente “forzato” o “indotto” perché qualcuno ti ha detto che respirare con il petto è il modo più corretto per farlo, i muscoli accessori della respirazione possono affaticarsi.
Qualsiasi cambiamento volontario della tua respirazione può essere molto rischioso se non sai esattamente quello che stai facendo, poiché ogni alterazione muscolare va a modificare strutturalmente muscoli che poi dovranno servirti e dovranno attivarsi in situazioni critiche.
Morale della favola: questo primo luogo comune non è fondato su teorie anatomiche e scientifiche affidabili, e può risultare addirittura nocivo per la salute dei pazienti! Diffida di chi ti propone soluzioni fondate su questi assunti.
Potrà sembrarti assurdo, ma è proprio questo il caso che più spesso mi trovo ad affrontare in studio con tutti quei pazienti che si rivolgono a me, lamentando oltre al mal di schiena anche dolori alla cervicale spesso associati a mal di testa e vertigini!
Cattive abitudini posturali e respiratorie, indotte da consigli senza fondamento scientifico e soluzioni “miracolose” fai-da-te provocano spesso più danni che benefici. È importante contrastare tutti questi falsi trattamenti con la conoscenza dei meccanismi anatomici coinvolti, e affidandosi a professionisti del settore.
Se accusi problemi respiratori e posturali, sarò ben lieto di accoglierti qui presso gli studi Osteomov, così da cercare una diagnosi e un trattamento specifico che faccia al caso tuo!
Condizioni patologiche articolari
Esistono poi condizioni articolari di tipo patologico, non derivate da “danni” auto-indotti o causati da infortuni.
Prime fra tutte troviamo la scoliosi o la cifosi che, se molto accentuate, possono alterare a livello strutturale la mobilità della gabbia toracica e di conseguenza anche il modo di respirare.
Nei casi come questi, l’alterazione respiratoria va ad attivare proprio i muscoli accessori e non più solamente i muscoli primari della respirazione, per via dell’anomalia posturale e dello stress sottoposto alla struttura anatomica coinvolta. Inoltre, in taluni casi – non così rari – accade che si accentui la lordosi lombare, spingendo all’infuori la pancia.
Come potrai intuire, questa condizione anomala è del tutto diversa dal processo di rigonfiamento verso l’esterno della pancia attivato durante la normale respirazione.
Lower Crossed Syndrome: Sindrome Crociata Inferiore
In termini tecnici un aumento delle curve della colonna vertebrale ed in particolare modo della lordosi lombare si chiama Lower Crossed Syndrome, tradotta come Sindrome Crociata Inferiore.
Questa sindrome, identificata per la prima volta da uno dei padri della Terapia Manuale e fondatore della Scuola di Praga, il Prof. Vladimir Janda, si verifica a seguito di uno squilibrio muscolare tra i muscoli della parte anteriore e quella posteriore del tratto lombare e del bacino.
Questo squilibrio emerge quando aumenta il tono dei muscoli lombari, mentre va ad indebolirsi l’insieme dei muscoli parete addominale.
Tutto questo accade nel momento in cui respirando sempre con la parte alta del torace, si vanno ad indebolire, di conseguenza, i muscoli della parete addominale (attivabili, invece, tramite una corretta respirazione diaframmatica).
Ricapitolando:
- i muscoli della respirazione si dividono in muscoli primari e muscoli accessori.
- I muscoli primari (Diaframma e intercostali) si attivano sempre, i muscoli accessori solo quando hai bisogno di espandere maggiormente la gabbia toracica per incamerare maggiore ossigeno, come per esempio durante l’attività sportiva.
- Se i muscoli accessori vengono al contrario utilizzati sempre, possono andare incontro a contratture e affaticamento dando origine a problemi al collo e alle spalle spesso associati con mal di testa e vertigini.
Falsa credenza n° 3: “Respirando con la pancia, si dilaterà la parete addominale!”
Sarò onesto, non mi dilungherò molto su questo falso mito: credo che, sulla base di quanto detto sino ad ora, tu possegga tutte le conoscenze necessarie a comprendere l’assurdità di questa affermazione.
Partiamo anche qui con un po’ di anatomia e fisiologia sulla contrazione muscolare, così da mettere in luce gli errori presenti nel ragionamento in questione.
Possiamo identificare 3 tipi di contrazione muscolare:
- Concentrica;
- Isometrica;
- Eccentrica;
Come abbiamo visto quando il muscolo diaframma si contrae e scende verso il basso, la pressione intra-addominale aumenta e la parete addominale si espande.
Questa espansione della parete addominale comporta un irrigidimento dei muscoli che la compongono che di fatto si irrigidiscono e dunque si rinforzano.
Il fatto dunque che la durante la respirazione diaframmatica la pancia si espanda non significa che diventi più dilatata anzi…i muscoli addominali si rinforzano proteggendo la tua schiena e diminuendo il giro vita.
Ecco allora che la relazione tra respirazione di pancia e dilatazione della parete addominale non è corretta, e impostata in questo modo è del tutto approssimativa.
Falsa credenza n° 4: “Se respiri con la pancia ti si dilata la parete addominale!”
Se la seconda falsa credenza sosteneva la necessità di utilizzare volontariamente tutti i muscoli coinvolti nella respirazione, non considerando il fatto che è a seconda delle circostanze determinati muscoli si attivano piuttosto che altri, questa quarta credenza è impostata su un ragionamento opposto.
Poiché respirare è naturale, immediato, automatico, non occorre conoscere né mettere in atto specifiche tecniche, sulla base di un sapere anatomico. Tutto vien da sé!
Sinceramente non so da dove provenga questa diceria, ma sicuramente sarebbe bastato consultare un qualsiasi libro di anatomia o fisiologia del corpo umano per rendersi conto dell’assurdità di tale affermazione.
Per farti comprendere perché questa posizione non ha alcun fondamento scientifico, ti riporterò due evidenze scientifiche:
1. Il Diaframma ha una doppia innervazione, una parte involontaria ma anche una parte volontaria, entrambe messe utilizzate a seconda delle necessità occorrenti nelle specifiche circostanze che viviamo.
Mi spiego: se ti chiedessi di fare un respiro profondo ne saresti capace? Ovviamente si!
Per fare ciò, hai preso più aria del normale: il tuo cervello ha fatto sì che un segnale nervoso arrivasse al diaframma che, di conseguenza, ha espanso ulteriormente la gabbia toracica e gonfiato di più la pancia.
Bene, sappi che questo complesso meccanismo, messo in atto stavolta mediante controllo conscio e un “esplicito” comando, è realizzato mediante la parte volontaria dell’innervazione, sia del Diaframma che di tutti gli altri muscoli della respirazione. Questa è la prova provata che non è affatto vero che respirare sia un atto unicamente involontario! O meglio lo è ma non sempre, in alcune circostanze possiamo modificarlo a nostro piacimento.
2. Il nostro corpo ha una grandissima abilità di adattamento, lo fa in continuazione, sin dalla nascita (durante il primo anno di vita la plasticità del nostro organismo è massima!), regolando costantemente, ad esempio, la pressione del sangue o la temperatura corporea. L’obiettivo del nostro organismo è di mantenere uno stato definito di “omeostasi”, che ci permette di vivere nella condizione più equilibrata possibile.
Questo adattamento continuo avviene, nello specifico, a opera del Sistema Nervoso Centrale (o SNC) che, come il Sistema Operativo di un computer, coordina e controlla l’hardware ovvero le varie parti del corpo.
Il SNC garantisce la nostra capacità di azione nell’ambiente circostante, e si adatta costantemente alle circostanze occorrenti e ai bisogni dell’organismo.
Ad esempio: ricordi la prima volta in cui sei andato in bicicletta? Non credo di sbagliarmi se ti dico che, probabilmente, ti sentivi impacciato, in difficoltà, frenato (letteralmente…) dalla paura di cadere!
Eppure – a seguito di svariati tentativi, altrettante cadute e ginocchia sbucciate – a un certo punto, in un tempo non eccessivamente lungo, hai imparato ad andare in bicicletta su due ruote, ed è diventato oltre che piacevole anche normale, spontaneo. Incredibilmente, non dovevi più riflettere sul processo di focalizzazione, concentrazione e coordinazione: tutto ha iniziato ad andare “col pilota automatico”.
Lo stesso discorso vale per molte altre attività: guidare la macchina, suonare il pianoforte e così via.
Il nostro cervello riconosce un gesto, un’abitudine come familiare, e quindi lo colloca nei movimenti che facciamo senza il bisogno di pensarci in continuazione: camminare o correre per farti altri esempi.
Riflettici: compiamo innumerevoli gesti senza il bisogno di pensare a come poggiare i piedi, a come piegare le ginocchia o a come muovere le braccia. Sembra banale ma, a pensarci bene, è prodigioso.
Ti sto facendo ragionare su tutto questo per un motivo specifico. Se per una qualsiasi ragione – incluso il consiglio di un tutorial scoperto su un sito che prometteva rimedi e trattamenti fai-da-te – avessi mai iniziato a respirare in maniera alterata rispetto ai normali pattern a cui il corpo è abituato, e se avessi portato avanti questa abitudine, il tuo organismo sarebbe stato indotto a identificare come “naturali” e “normali” quelle dinamiche, rendendole automatiche e rischiando di strutturare permanentemente, in maniera errata, tutti i muscoli della respirazione (sia quelli Primari sia quelli Accessori).
In conclusione: è vero che l’atto respiratorio è un atto involontario, ma ciò non significa che tutto ciò che il tuo cervello fa in automatico sia corretto!
Il tuo cervello si adatta alle abitudini impartite dal tuo stile di vita per cercare di ottenere sempre il massimo risultato, alla luce di queste stesse abitudini acquisite.
Il tuo organismo intero si adatta agli stimoli e alle informazioni che gli mandiamo noi dall’esterno e non è in grado da solo di discernere da ciò che è giusto a ciò che è sbagliato.
Uno dei principi di base dell’Osteopatia sostiene che è la struttura a governare la funzione ma, del pari, è la funzione a governare la struttura. Sembra uno scioglilingua, lo so.
Cosa significa questo principio?
Semplice: ogni singola struttura del nostro corpo svolge una funzione specifica, per cui se la struttura è alterata, allora lo sarà anche la funzione che svolge!
Allo stesso modo, se viene alterata la funzione dell’elemento in questione, allora ne risentirà la struttura intera.
Applichiamo questo principio alla respirazione: se i muscoli che muovono la gabbia toracica sono contratti, le coste non saranno libere di muoversi e le vertebre del tratto toracico saranno bloccate.
Risultato: la funzionalità respiratoria verrà compromessa rispetto alla propria funzione specifica!
Per via della neuroplasticità e adattabilità del nostro organismo, di cui ti ho accennato poco fa, se queste alterazioni strutturali dovessero permanere nel tempo (muscoli, coste e vertebre), possono alterare la funzione degli elementi coinvolti.
Il cervello di conseguenza andrà modificando anche il normale modo di respirare e il fisiologico modo di risolvere i blocchi strutturali, che non saranno più sufficienti affinché in situazioni critiche si mantenga l’omeostasi respiratoria.
Una volta strutturata questa “normalizzazione” di dinamiche respiratorie atipiche, liberare il respiro, come alcuni dicono, allungando i muscoli e mobilizzando le vertebre e le coste, non basterà a farti tornare a respirare in modo corretto.
Ci sarà bisogno dell’instaurazione di un nuovo sistema di abitudini comportamentale e cerebrale.
In pratica, ti troveresti nella condizione di doverti imporre di imparare nuovamente a respirare, veramente assurdo!
Questo processo di ri-apprendimento è per altro molto complesso, devi dare tempo all’organismo di comprendere e, oltretutto, devi sapere COME poterlo fare.
Far comprendere al corpo cosa NON vada fatto, quali movimenti e dinamiche respiratorie siano da evitare, non implica sapere COSA fare, quale sia il movimento corretto da seguire!
Ecco perché è necessario rivolgerti a professionisti e esperti e diffidare da trattamenti privi di fondamento scientifico!
Ricapitoliamo quanto appreso oggi assieme:
Per ristabilire una corretta respirazione diaframmatica è necessario che siano presenti alcune condizioni:
- Tutte le strutture coinvolte nell’atto respiratorio siano funzionanti e libere di svolgere il proprio compito, come madre natura le ha fatte;
- Tu abbia assolutamente ben chiaro quale sia il corretto modo di respirare e tu sia in grado di importelo per un periodo di almeno 3 settimane.
Come sempre, voglio concludere dando la parola a voci più autorevoli della mia, per ricordarti sempre che tutti, inclusi noi professionisti, dobbiamo affidarci a esperti: apprendere e conoscere è alla base di trattamenti efficaci.
L’importanza di una corretta respirazione diaframmatica e la necessità, da non sottovalutare, di reimpostarla a fronte di una modalità “accessoria” (o “clavicolare”) e non funzionale rispetto al tipo di movimento che andrebbe eseguito, è sottolineata ancora una volta da una delle menti più brillanti della Terapia Manuale, il Prof. Lewit.
Lewit sostiene che: “If breathing is not normalized, no other movement pattern can be”, vale a dire: “Se la respirazione non viene normalizzata, non può esserlo nessun altro movimento”.
Anche il Prof. Craig Liebenson, nel suo libro “Rehabilitation of the Spine”, dedica un intero capitolo alla Riabilitazione del Pattern Respiratorio, ponendo appunto l’attenzione sulla necessità del paziente di “imparare” nuovamente a respirare correttamente per garantire la stabilità della colonna vertebrale, diminuendo in questo modo carichi eccessivi sui dischi intervertebrali ed evitando dunque problematiche come mal di schiena e dolori alla cervicale.
Sono certo che dopo aver letto questo articolo tu conosca perfettamente il modo corretto di respirare con il diaframma e sia in grado da oggi in poi di riconoscere e affidarti solo ai veri professionisti!
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Bibliografia utile:
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